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Il fascino discreto degli autobus piccoli


Oggi sono salito su un autobus piccolo.
Di quelli che vanno a metano, con grafiche minimal (base bianca e rifiniture verdi "amo l'ambiente").
Oggi sono tornato in città con uno di questi autobus che vanno a metano e che hanno forme particolari. Di quelli che il Comune, indubbiamente, ci si riempie la bocca.
Oggi ho fatto un viaggio di venti minuti in uno di questi autobus. È stato molto rilassante.
C'erano pochi posti (un autobus del genere può contenere al massimo una trentina di persone).
Ho trovato il posto. Ce n'erano tanti vuoti, nonostante la poca capienza di un autobus piccolo. Ma mettiamoci pure che è fine agosto.
Tuttavia, nonostante il suo aspetto buffo e la simpatia che trasmette, proprio per la sua modesta dimensione, un autobus piccolo qualche problema ne ha. Per esempio, non ci puoi montare con delle valigie troppo grandi. Ma a questo problema, alla fine, ci si può anche sorvolare con molta eleganza: se devi portare una valigia così grande da non entrare in un autobus piccolo, evidentemente hai bisogno di un autobus grande o di un taxi. Spilorcio.
Un altro inconveniente che può colpire chi viaggia in un autobus piccolo sono le asperità del terreno: ogni sacrosanta buca la si sente come se la si percorresse con un monopattino. Ma, alla fin fine, per un breve tragitto come quello che ho "affrontato" io stamattina, le buche nell'asfalto non costituiscono un così grave danno al fondoschiena.
Purtroppo, però, c'è un problema che riesce a far dimenticare gli altri e vincere il guinness dei primati come "peggior problema che puoi soffrire in un autobus piccolo": la puzza di piedi della signora che va a fare la spesa.

La puzza di piedi della signora che va a fare la spesa è intrisa di anni e anni di asfalto e supermarket.
Naturalmente, data la natura del suo sporco lavoro, la signora che va a fare la spesa non può permettersi "il lusso" di pensare a scarpe fashion o che respirano da sole (e che costano pure troppo!): preferisce la comodità. E come biasimarla?
E così, la signora si compra una bella scarpapantofola. Una bella scarpapantofola, di quelle che potevi vedere nei vecchi servizi del Tg1 quando parlavano di crisi nei balcani. Una bella scarpapantofola, che avvolge il piede e non lascia traspirare i duroni, i calli e, soprattutto, i fantomatici Occhi di Pernice. Una bella scarpapantofola che non lascia traspirare neanche le idee, figuriamoci il sudore feroce di casalinga.
Ed ecco che la signora che va a fare la spesa si ritrova a camminare leggiadra con la sua scarpapantofola lungo il viale poco alberato che da casa sua porta alla fermata dell'autobus, per poi camminare altri duecento metri fino al supermarket, e qui gettarsi in falcate leonine su e giù per gli scaffali pieni di offerte 3x2, 4x5, 5x5=25! E la signora cammina, cammina.. cammina.
Fino a quando, finita la spesa, non esce di nuovo in strada, con un'umidità pari a quella della Giamaica, con due sporte piene di spesa post-apocalittica, felice di camminare con una scarpapantofola comodissima.
Sfinita, sale nell'autobus piccolo e qui, finalmente, può liberare i piedi da quell'imbracatura infernale di comodità e tela: si toglie la comodissima scarpapantofola, con un movimento veloce della punta del piede destro sul tallone del piede sinistro e viceversa. Se, poi, ha parecchio prurito, si dà una grattatina con la mano destra all'enorme alluce del piede sinistro, smuovendo ancora di più il sudore.
La puzza di piedi della signora che va a fare la spesa si propaga nell'ambiente come terroristico gas nervino. Nessuno ha il coraggio di dirle qualcosa: per rispetto e per paura.

Ed questo è il principale disagio che in un autobus piccolo non puoi sopportare: le puzze.
Anche perché, nel dolcissimo autobus piccolo non ci sono finestrini, ma solo una tremenda aria condizionata, che ti congela ogni puzza e te la rimanda ogni volta che l'autobus piccolo fa una fermata e le porte si aprono.

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